El Rugido del Leon

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El Rugido del Leon 1999

El Rugido del Leon

L’obiettivo principale della spedizione El rugido del León (Il ruggito del Leone) era quello di osservare l’eventuale pioggia delle Leonidi che si sarebbe verificata, come noto, tra il 17 e il 18 novembre 1999.

L’idea di base suggeriva di recarsi in un luogo con una elevata probabilità di cielo sereno (cosa per altro non facile nel nostro continente durante il mese di novembre), possibilmente privo di inquinamento luminoso, in alta quota e con un campo di vista il più ampio possibile. Inoltre, sarebbe stato opportuno tener conto delle previsioni della NASA e dell’International Meteor Organization che davano come favorita la zona ovest dell’Europa.

A questo punto, fatte le dovute valutazioni, la scelta cadeva sulle Isole Canarie. Occorreva, quindi, individuare il modo migliore per avere un ottimo rapporto qualità-prezzo dell’avventura, considerando anche la possibilità di trovare condizioni meteorologiche sfavorevoli (l’esperienza dell’ultima eclisse di sole suggerisce di non fidarsi troppo delle statistiche in ambito climatico!).

El Pico de Teide

Tenerife: El Pico de Teide. Probably de largest volcanic structure of the world.Dopo aver contattato diversi tour–operator la meta finale veniva individuata nell’isola di Tenerife, sia per facilità di accesso, sia per la presenza di una montagna di circa 3700 metri di altezza.

La durata della spedizione è stata di una settimana, in modo tale da poter conciliare l’osservazione astronomica con una breve vacanza in un luogo dal clima fantastico.

Evitando troppe digressioni sull’aspetto turistico dell’isola, mi limito a dare alcuni suggerimenti per chi, per vari motivi, capitasse da quelle parti.

Ovviamente non si dovrebbe pensare a Tenerife come un semplice luogo di villeggiatura: questo è semplicemente un luogo comune.

The Road to the Ocean

Volendo visitare l’isola con l’idea di apprezzare le bellezze naturalistiche, è necessario mettere i n preventivo un soggiorno di almeno una settimana, a condizione comunque di escludere completamente i periodi di riposo. The Road to the Ocean. Sincerely I had never think to find such a wonderful road. It is quite impossible to describe the emotion to drive down toward the sea.

Individuare quale sia la cosa più bella e interessante di Tenerife è alquanto difficile: dalle scogliere di Los Gigantes alle colate di lava che si gettano in mare, dal Pico de Teide al parco naturalistico “Loro Parque” alle infinite varietà di paesaggi assolutamente degni di nota.

Sicuramente vale la pena di spendere due parole sul vulcano che domina l’isola.

My Brother and me

Il Pico de Teide è un vulcano la cui ultima eruzione risale ad inizio secolo. La strada che porta dal mare a circa 2500 metri di altezza, da cui eventualmente si può proseguire fino alla vetta con una funivia (purtroppo chiusa durante il periodo in cui mi sono recato io) è in ottime condizioni, di dimensioni ragguardevoli e assolutamente priva di traffico.

Ash from the Teide cutted by the road

Da qualsiasi punto dell’isola si giunge ad oltre quota 2000 in non più di 60-70 km, ammirando, lungo il tragitto, un cambiamento repentino di paesaggi veramente straordinario. La strada si inerpica agevolmente tra una serie di colate laviche che, nel corso dei secoli, hanno conferito alla zona un’apparenza di “paesaggio lunare” al punto tale da essere definito proprio in questo modo sulle carte geografiche.

In alcuni punti del percorso la visione delle colate laviche, che assumono colori diversi al variare della loro composizione, è veramente mozzafiato.

Sin dal primo giorno, la salita al vulcano ha permesso di individuare, abbastanza agevolmente, quello che sarebbe stato il luogo di osservazione migliore per la notte delle Leonidi, e per quella precedente in caso di pioggia “anticipata”.

Veniamo, dunque, ai risultati astronomici.

The moon at the sunset

La note tra il 16 e il 17 novembre è stata praticamente di scarso interesse: il numero di meteore osservate dalle 21 alle 2 di notte circa è stato molto esiguo. Tuttavia, ha permesso di collaudare la logistica in modo piuttosto dettagliato così da poter affrontare ogni eventualità la notte seguente.

Le condizioni meteorologiche di mercoledì 17 si sono presentate subito piuttosto preoccupanti: nonostante in riva al mare splendesse un caldo sole, in prossimità delle alture vi era una costante presenza di nuvole che avrebbero certamente disturbato le osservazioni. Pochi giorni, però, sono bastati per capire che il clima di Tenerife può variare in modo drastico e repentino da un momento all’altro. A metà del pomeriggio il cielo era praticamente sgombro, mentre verso le 18 appariva nuovamente preoccupante.

Siamo saliti al nostro punto di osservazione abbastanza presto, in modo da arrivare in postazione con tutto predisposto verso le 20:30.

L’attrezzatura a disposizione era molto semplice: una all-sky camera costituita da un obiettivo fish-eye Nikon con un campo diagonale di 180°, un cavalletto molto stabile, ma senza moto orario, e una pellicola Fujichrome 1600, che sarebbe stata sviluppata a 3200 ISO.

Durante la salita abbiamo percorso diversi chilometri completamente immersi nelle nuvole, la maggior parte delle quali si trovava ad una quota inferiore a 2000 metri. Tuttavia, all’inizio della serata il cielo appariva molto disturbato dalla presenza di nuvole molto rapide che alternativamente coprivano e scoprivano una buona fetta di cielo. Inoltre il forte vento disturbava ulteriormente le osservazioni introducendo vibrazioni non trascurabili nel cavalletto fotografico. Ho deciso, in questa parte della notte, di effettuare solo osservazioni visuali, tenendo comunque l’attrezzatura subito pronta per un eventuale incremento del numero di meteore.

The Moon just after the sunset

Fortunatamente, verso mezzanotte il cielo si presentava assolutamente terso e anche il vento aveva ridotto notevolmente la sua forza. Il numero di meteore cresceva considerevolmente al punto tale che verso le 2 di notte si poteva osservare agevolmente almeno una meteora ogni 10 secondi. La luminosità delle Leonidi era di sicuro interesse: la maggior parte di essa aveva con ragionevole certezza magnitudine negativa o comunque intorno alla zero. Tuttavia, di bolidi proprio non ne ho notati.

Non ho fatto una stima dello ZHR, soprattutto perché confidavo molto nella mia attrezzatura che, con l’ampio campo inquadrato dalla all-sky camera, avrebbe dovuto registrare per lo meno tutte le meteore più brillanti. Una volta tornato a casa e analizzate le foto, però, mi sono accorto di aver registrato la traccia di una sola meteora, mentre ho la certezza di aver eseguito riprese di decine e decine di Leonidi.

La causa principale di questo “insuccesso” credo sia da ricercare nella piccolissima apertura dell’obiettivo fish-eye che, con una focale di 16 mm e un rapporto focale di 2.8, presenta un’apertura di “raccolta luce” con diametro inferiore a 6 mm, e quindi evidentemente troppo piccola per raccogliere abbastanza luce da impressionare la pellicola con la traccia delle meteore.

Moon, Jupiter, Saturn and Teide. Moon, Jupiter, Saturn and Teide. Jupiter is the brightest pont on the left of the Moon, and a little bit again on the left there is another little bright point: Saturn.

Viste le aspettative e visti i risultati ottenuti da osservatori che sono rimasti in Italia dove sono state osservate Leonidi in gran quantità, posso affermare che alle Canarie la pioggia non c’è stata. Le meteore da me osservate dalle 21 alle 5 sono state circa 400, di cui 286 molto brillanti. Un risultato di notevole interesse, ma comunque inferiore alle (mie) aspettative.

Nonostante ciò, la valutazione complessiva della spedizione El rugido del León è senza dubbio positiva: gli scarsi risultati “astronomici” sono stati comunque compensati ben oltre l’immaginabile dall’aver ammirato le meraviglie naturali presenti sull’isola.