10 dicembre 2018 – Errori … da semi-principianti
Predicare bene e razzolare male? Ad esempio: nel primo mese di allenamento mai andare in soglia, allenarsi sempre sotto la zona 5.
Ieri pomeriggio, esco con la bici da pista a scatto fisso, clima buono, vento contro nella fase iniziale e entro subito in fuorisoglia. Che faccio? Sono dieci giorni che ho ripreso, quindi mai andare in soglia, peggio ancora oltre soglia. E quindi? Proseguo a spingere a tutta!
Su un giro di un’ora e venticinque, ho fatto 30 minuti in fuori soglia!!!
Che bella la fixed. Ho fatto percorso misto, con ritmo di pedalata che andava dai 30rpm ai 120 rpm. Mi è piaciuta un casino. Poche auto, nessun rumore della ruota libera, ma solo il vento della velocità. Figatissima!!!!!!
Venerdì 7 invece ho fatto un errore da principiante, ma proprio da principiante.
Allenamento a digiuno per vedere quanto resisto senza alimentazione. Fenomeno! Mi son detto alla fine: “allenarsi a digiuno non significa non portarsi qualcosa da mangiare”. E’ andato tutto a gonfie vele fino a 2h40m circa, quando sono arrivato a consumare 2200 kcal, che è la riserva massima che uno ben allenato può stipare nei muscoli come glicogeno, e questo mi ha dato grande soddisfazione.
Poi, come qualcuno ha tristemente sperimentato, la lampadina si spegne, e lo evidenzio con la linea rossa nel grafico cardiaco qui sotto. La testa vorrebbe spingere, ma il cuore non sale più, non c’è verso di portarsi in zona3, ci prova con sforzi poderosi, dolori alle gambe impressionanti, ma non ce n’è. E’ vero che nella zona 2 bruci principalmente grassi, ma servono anche i carboidrati. Cito un mio mentore “i grassi bruciano nel fuoco dei carboidrati”. Se insisti a stare nella zona 2 finisci anche quell’esigua riserva di carboidrati che il corpo si tiene in emergenza.
E io, stupido, ho continuato a mantenermi in z2. Che succede? Che poi non riesci nemmeno a stare in z2, e l’istinto di sopravvivenza ti demolisce fermandoti del tutto. Lo vedi si vede dalla riga blu sul grafico, gli ultimi 15 minuti. I peggiori 15 minuti in bici della mia vita: respiro corto, sensazione di svenimento, visione ristretta, riflessi ritardatissimi. Un incubo.
Arrivo al cancello di casa, barcollo. Prendo le chiavi e cerco di aprire, ma su tre chiavi diversissime faccio fatica a ricordarmi quale è quella del cancello. Entro in casa sbattendo con le spalle sulla porta, come se fosse troppo piccola per passare, mollo la bici, tolgo il casco, mi sdraio a terra. Dopo qualche minuto riesco a rialzarmi e a ficcarmi in bocca un pezzo di cioccolato. Nel giro di pochi secondi sento che le mie sensazioni vitali stanno tornando. Dopo un’ora avevo ancora le gambe che tremavano.
Ma dico, va bene fare una prova di resistenza a digiuno, ma che sarebbe costato portarsi un paio di snack da casa? Allenamento a digiuno ok, ma ci vuole anche l’intelligenza di saperlo gestire!
Torna alla pagina principale del ciclismo