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8 febbraio 2018 – Campioni ad ogni costo? Che schifo!

Come spesso faccio, mi prendo un giro scherzando sulle mie modeste, ma oneste, prestazioni.

Quelli che fanno il tour/giro/vuelta sono i 200 ciclisti migliori del mondo, una elite molto ristretta, quindi ci sta che abbiano prestazioni decisamente superiori agli altri.

Faccio delle analogie: Nibali fa il gavia nella metà del mio tempo, analogamente un maratoneta corre la maratona a 20km/h mentre io, se mai riuscissi a farne una, la farei a 10km/h, nel nuoto, che sono decisamente “non allenato” e richiede anche molta tecnica, anziché il doppio impiego il triplo di un professionista.

Con questo quadro ci sta che i 200 migliori ciclisti del mondo impieghino la metà del mio tempo per fare una salita e raggiungano velocità in pianura decisamente superiori alle mie.

Potrei provare anche a correre i 100metri, ma credo di non andare tanto sotto i 20 secondi (o forse anche sopra!).

Prendiamo i 200 migliori tennisti, i 200 migliori calciatori, i 200 migliori medici, i 200 migliori pianisti o semplicemente i 200 migliori studenti. Ci sta che siano molto migliori di altri.

E quelli che scalano un ottomila? E quelli che diventano astronauti?

Se nella vita hai avuto la fortuna di ricevere dei talenti, se hai avuto la capacità di scoprirli, la costanza di allenarli, ecc. ecc., allora diventi uno di quelli che va alle Olimpiadi, altrimenti ti accontenti di essere un campione regionale, se non arrivi a quello ti accontenti di essere uno che corre e si diverte. Punto.

Troppo spesso si legge di doping, anche a livello amatoriale. Constato che purtroppo ci sono quelli che non accettano e non apprezzano le proprie qualità, che vorrebbero essere nel corpo di un altro, che vorrebbero avere la vita di un altro, logorati dall’invidia sono convinti di poter truccare le carte con facili e stupide scorciatoie, dimenticando, se mai l’abbiano saputo che il doping aiuta, ma non trasforma un somaro in un cavallo da corsa!

Perché ostinarsi a primeggiare in qualcosa a tutti i costi? Questo mi da fastidio!

Il fallimento non è “non riuscire a diventare qualcuno”, ma “non riuscire ad amare quello che si fa e che si ha”!


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