Giugno 2015 - Racconto di un'emozione
"Mi avevano detto che ci sarebbe stato ancora un tornante ben
asfaltato, poi la strada si sarebbe ristretta ad una sola corsia
diventando dissestata e pericolosa, .... ed è subito 16%!
E' una scalata molto dura, con pendenze del 18% in alcune zone, e
forse non scende mai sotto il 10%. La strada è stretta, sconnessa,
spesso senza parapetto. Ogni poche centinaia di metri c'è un
parcheggio scavato nella montagna, in modo che quando due auto si
incontrano, possano accostare e passare.
Un numero incredibile di tornanti, curve, curve strette,
strettissime. E si sale, costantemente, interminabilmente. L'aria è
pungente, rarefatta, il fiato ti manca, le gambe spingono, la
gravità ti tira giù.
Cerco il ritmo, gambe, polmoni, braccia, testa. Fa freddo, ma si
suda. Senti il freddo nelle mani, ma la testa ti scoppia di calore.
Non capisci se i brividi nella schiena sono dovuti al freddo o
all'emozione del paesaggio.
Il cuore impazza, lo senti nelle orecchie. Tum.Tum.Tum. Il
panorama è splendido, sempre più ampio, sempre più emozionante,
sempre più ... immenso! La vallata si apre, vedi la strada che hai
fatto, immagini quella che ti manca, e non ne immagini mai
abbastanza. E si sale.
Si sale sempre, per oltre diciassette lunghissimi interminabili
chilometri. Si sale di oltre milletrecento metri. Anche se quando
parti fa caldissimo, in cima, sempre e comunqe, si gela.
Si ha voglia di tornanti, che danno respiro. Così dicono: "i
tornanti danno respiro alla salita". A me non pare, ma aiutano a
salire, a guardarsi indietro e a guardare avanti.
Una curva dopo l'altra, aspetto l'ultima prima della galleria, ...
Eccola! ... quando la vedi capisci che sei quasi alle fine. Nove...
otto..., ... due ... finalmente gli ultimi due chilometri, l'ultima
fatica: tre tornanti micidiali, che impennano prima del traguardo.
Manca l'aria, manca il fiato, mancano le gambe, ma continuo a
pedalare... all'infinito.
Ho ancora un po' di cuore per farne un altro, soltanto un altro, poi
un altro ancora. E non finiscono mai.
C'è una forza che vince la gravità, che ti fa andare avanti: più fai
fatica e più vuoi salire, più non ce la fai e più vuoi andare
avanti.
E' una fatica che da soddifazione, un dolore che da gioia. Lacrime
di emozione. L'emozione di andare "over the top" ti trascina su,
oltre la collina, oltre il passo, oltre le proprie capacità, oltre i
propri limiti, oltre ogni cosa. Tu e la bici. Tu e la montagna."